Applicazione in progetti attinenti alla generazione di Idrogeno e posizionamento nella filiera
I Piani di gestione dello Spazio Marittimo (PSM) si pongono come finalità generale la coesistenza di usi diversi nelle acque marine secondo modalità che garantiscano il raggiungimento ed il mantenimento del buono stato ecologico del mare e la conservazione del paesaggio e del patrimonio culturale. I Piani per le tre aree marittime italiane sono orientati alla crescita e allo sviluppo – che deve essere equilibrato e proiettato nel medio-lungo periodo – dei settori marittimi, maturi o emergenti, secondo modalità che valorizzino le vocazioni dei territori ed il benessere delle comunità costiere e dell’intera comunità nazionale.
Dati gli obiettivi strategici definiti su scala nazionale e gli obiettivi specifici declinati nelle aree marittime, le linee guida prevedono l’individuazione di misure e di azioni finalizzate al loro raggiungimento (D.P.C.M. 1 dicembre 2017, par. 20), cui verranno associati indicatori al fine di poter dare seguito al monitoraggio in fase di attuazione e di poter procedere efficacemente in caso di disallineamenti tra obiettivi previsti e quanto prodotto.
Finalità specifica delle misure e delle azioni dei PSM è la gestione unitaria delle interazioni tra gli usi e delle interazioni tra usi ed obiettivi trasversali.
L’analisi degli usi, sia attuali sia da sviluppare, ha confermato come l’esigenza primaria cui il PSM deve essere rispondente sia proprio la gestione unitaria delle interazioni tra gli usi, per diminuire le conflittualità, e per rafforzare le sinergie tra usi ed obiettivi trasversali.
Si registrano infatti numerose combinazioni di usi in ciascuna sub-area ed in ciascuna Unità Produttiva (UP), che devono essere regolamentate direttamente dai Piani oppure dalle amministrazioni competenti seguendo le raccomandazioni e gli indirizzi dei Piani stessi, soprattutto: laddove siano state assegnate priorità multiple in una medesima UP; laddove siano indicati altri usi compatibili con l’uso prioritario o limitato; laddove la vocazione sia ad uso generico.
Nel contesto attuale, dunque, la produzione di energia elettrica dalle correnti di fiume e dal moto ondoso può essere focalizzata sulla generazione di Idrogeno Verde per Elettrolisi.
In ambito portuale questo processo – notoriamente energivoro (occorrono oltre 4 kWh di energia elettrica per produrre 1 m³ di H2, quindi occorrono 48 kWh per produrre 1 kg di H2) – può beneficiare dell’interfacciamento dell’energia prodotta dalla tecnologia GIAR tramite una serie di turbine che possono essere installate nelle casse oscillanti collocabili lungo le dighe foranee dei porti.
La Turbina GIAR possiede infatti caratteristiche di funzionamento tali da assicurare una buona costanza di Rendimento anche in ambito portuale – che è l’ambito più sfidante – così da poter fornire l’energia necessaria al funzionamento di elettrolizzatori con capacità produttiva anche medio-alta.
Le Hydrogen Valley che stanno sorgendo presso alcuni porti italiani sono ecosistemi perfetti per l’inserimento della tecnologia GIAR, che può accoppiarsi agli elettrolizzatori come sorgente di energia elettrica con Garanzia di Origine (GO) per la generazione di Idrogeno.
Essendo le correnti fluviali ed il moto ondoso risorse completamente naturali e quindi ecologiche, la GO dell’Idrogeno generato a partire dalla produzione elettrica della Turbina GIAR è perfettamente in linea con i criteri che contraddistinguono la generazione di Idrogeno Verde.
GIAR Energy S.r.l. Società Benefit
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